Come già detto la soluzione più semplice sarebbe stata quella di portare la linea a 230 V e poi rigenerare la 12V necessaria. Validissima anche la soluzione di generare localmente l’alimentazione tramite pannello solare e quindi sistema di accumulazione adeguato. Se invece vuoi per forza di cose alimentare il tutto a distanza allora il seguente schema potrebbe essere adatto, ma bisogna specificare che la linea a bassa tensione, garantisce una certa sicurezza per quanto riguarda il pericolo di scarica elettrica verso le persone, ma per quanto riguarda il rischio incendio non ci sono garanzie in nessun caso; almeno con questo tipo di impianti.
Il circuito prevede adeguate protezioni che in ogni caso intervengono nel caso di eccessivo assorbimento o di cortocircuito, ma non potranno mai eliminare quella brevissima scintilla che può esserci al momento di un cortocircuito o contatto accidentale.
Sto pensando al topolino che rosicchia il cavo lasciando il rame scoperto; in caso di contatto la protezione interverrà, ma un piccolo arco è già avvenuto e se siamo in estate a 40°C con materiale infiammabile nelle vicinanze……
Quindi dopo questa considerazione, magari anche troppo estremizzata, ma con la sicurezza non si scherza, se pensi che la strada da percorrere sia ancora quella di utilizzare un cavo da 150 metri, puoi valutare una soluzione come quella schematizzata di seguito:
Si tratta di due unità che possono essere assemblate all’interno di contenitori plastici del tipo usato nell’impiantistica civile e sui quali si dovranno praticare dei fori per garantire un minimo di circolazione di aria per il raffreddamento necessario alle parti.
Nell’unità 1 abbiamo una protezione magnetotermica e un trasformatore a 48V; quindi la linea lunga 150 metri e poi la seconda unità dove troviamo ancora una protezione magnetotermica, un ponte raddrizzatore a diodi, un condensatore di filtraggio e il dc-dc converter che genererà la 12V di cui abbiamo bisogno. Questo convertitore ha un ingresso ad ampio range (36-72V) in modo da non risentire della variazione della tensione dovuta alle diverse condizioni di carico.
Non ho indicato il collegamento di terra in ingresso; questo sarà necessario solo se il trasformatore utilizzato ne richiederà la necessità, ad esempio per collegare il pacco di lamierini o lo schermo interno di cui può essere provvisto. Se invece si utilizza un trasformatore del tipo toroidale, può non essere necessario.
Attenzione, in ingresso ho indicato una protezione magnetotermica unipolare e non bipolare, perché ho supposto che a monte ci sia comunque la possibilità di scollegare completamente l’oggetto, magari attraverso la semplice spina dalla presa.
La linea da 150 metri deve avere i conduttori con una sezione minima di 1,5 mmq, in modo che con un assorbimento su questa di 1 A, la caduta di tensione non superi il 10%.
Per i vari componenti ho indicato il codice di questi dal catalogo Distrelec:
www.distrelec.it, ma non sono stato ad ottimizzare la scelta, nel senso che è sicuramente possibile ottimizzare la componentistica in funzione del costo e della prestazione elettrica.
Per il ponte di diodi e il condensatore ho individuato dei modelli con faston in modo da rendere più agevole il collegamento stesso. Per quanto riguarda il ponte, è necessario che venga montato su un’aletta metallica, in modo da aumentare la superficie di scambio termico per permettere un minimo di dissipazione termica.
Nel collegare il condensatore è necessario rispettare la polarità altrimenti c’è il rischio di esplosione dello stesso.
Di seguito i vari componenti:
1. protezione magnetotermica da 0.5 A (da 0.3 non è disponibile) codice distrelec 270 622
2. trasformatore primario 230V, secondario 48 V, potenza 100 VA.
3. linea elettrica sezione 1,5 mmq
4. protezione magnetotermica da 1A codice distrelec 270 624
5. ponte di diodi (è esagerato, ma non dobbiamo industrializzare il prodotto) codice distrelec 602036
6. condensatore elettrolitico codice distrelec 800326
7. dc- dc converter codice distrelec 363143
torno a ripetere però che sarebbe meglio poter realizzare localmente l’intero sistema, magari con le cellule fotovoltaiche come ti ha suggerito cosimocs.
ciao
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